50 volte

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Dopo la prima, intensa, settimana sulle basi di Dynamo è arrivata l’ora di mettere premere sull’acceleratore e portare a pieni regime il motore.
È ora di salire su montagne russe di un’altra categoria: quelle vere, quelle storiche del MasterKeen, dove l’ampiezza del saliscendi aumenta sia in intensità, sia in frequenza, dove le difficoltà delle sfide sono maggiori, le sconfitte dietro l’angolo, le vittorie molto più entusiasmanti. Un giro dal quale si scende cambiati, cresciuti, più forti e con l’esperienza alle spalle di un viaggio che sembra durato un secondo e nel quale è stato fatto quasi l’impossibile da persone che hanno imparato a usare Dynamo solo la settimana precedente.

Un’avventura doppia, perché due sono state le grandi avventure che le classi hanno affrontato in questa settimana – volata -, guidate da Paolo Zecchini, istruttore e facilitatore ufficiale Volcano, esperto nei processi BIM e il cui superpotere segreto è proprio il Computational Design.
Dopo la spiegazione teorica sulle funzioni avanzate di Dynamo, è arrivata l’ora della pratica.
Perché la seconda settimana di Dynamo è al 90% pura pratica.

Il Nido di Guastalla

La prima delle due sfide è stata un omaggio alla creatività e alla genialità dell’Architetto Mario Cucinella, uno dei nostri mostri sacri: l’asilo nido comunale di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, realizzato con portali in legno, alternati da superfici in vetro, un progetto nato per sostituire due scuole seriamente danneggiate dal terremoto che ha scosso la regione nel maggio 2012.
Vista la scuola che siamo, non potevamo fare a meno nel MasterKeen del più grande incontro tra architettura, pedagogia, psicologia e antropologia che abbiamo in Italia. Un asilo che in realtà è una scuola, perché con la sua ricercata semplicità educa le nuove generazioni, fin dall’infanzia, oltre che al gioco e alla creatività, anche al rispetto per la natura e, quindi, all’eco-sostenibilità.
Quando abbiamo scelto l’esempio che avrebbe dovuto essere anche una guida per la progettazione computazionale, non abbiamo avuto dubbi che fosse quello giusto da seguire.

Lo scopo della sfida in Dynamo è stata la creazione dei 50 portali in legno, 50 volte, che lo contraddistinguono, gli interni dei quali formano la grande pancia della balena di Pinocchio, e che dall’altezza visica di un bambino donano anche la sicurezza della forma di un avvolgente abbraccio.

È stata una sfida difficile perché la consegna richiesta era una corsa contro il tempo. Grazie alla bravura degli studenti, alle spiegazioni di Paolo e alle basi infuse da Marco, è stata portata a termine in un solo pomeriggio (aggiungendo qualche ora di ragionamento serale e un’intuizione arrivata alle 3 di notte). La mattina successiva i team erano pronti alla presentazione: script sviluppati, processi funzionanti, geometrie che si autogenerano in Revit, portali che si dispongono e si modellano seguendo le sinusoidi facendo uso di famiglie adattive progettate appositamente.
Un successo portato a termine da entrambi i team grazie all’ottimo lavoro di squadra. Analisi, ragionamenti, idee, scelte, decisioni, suddivisioni dei compiti, fork per le prove, fiducia nei compagni, condivisione, briefing, confezionamento del lavoro, realizzazione.
Non uno, ma tre obiettivi raggiunti: non solo l’aver imparato a sviluppare con Dynamo uno script in grado di generare in pochi secondi le geometrie che assecondano una genialità progettuale riconosciuta in tutto il settore, ma anche il superamento di una sfida impegnativa in un tempo limitato – quindi un lavoro veramente efficiente – e, soprattutto, l’averlo fatto insieme, veramente insieme, ai compagni.

E come da tradizione MasterKeen, ogni volta che si viene a capo di un problema complesso in regime di Teamwork, facciamo un debriefing nel quale ogni gruppo spiega agli altri la soluzione che lo ha condotto al raggiungimento dell’obiettivo. In questo modo ogni studente ha l’occasione di imparare non solo dal proprio lavoro di squadra, ma anche da quello degli altri team.

L’Easter Egg inaspettato

Il lato veramente eccezionale di aver realizzato in un margine di tempo eccezionale gli script che hanno permesso di superare brillantemente la prova, è che il sistema sviluppato dai team può essere applicato non solo al progetto al quale abbiamo reso omaggio, ma un’intera classe di problemi, ovvero può essere adattato ad altre casistiche simili: dall’eventuale cambio delle curve interne ai portali, che possono essere modificate in ogni momento, fino all’applicazione degli algoritmi ad altri progetti che in Italia hanno fatto parlare per la loro genialità uno dei quali, caso vuole, si trova a meno di trenta chilometri dal Nido di Cucinella: la stazione dell’alta velocità di Reggio Emilia, la Mediopadana di Calatrava, il cui design è una vera e propria cattedrale del settore, ma che con le giuste competenze di Computational Design è alla portata di chiunque non si sia limitato a cercare la soluzione più facile.