Let’s BIM

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Dopo aver passato due mesi e mezzo su strumenti e software, portando a regime le competenze di Digital e Computational Design, finalmente è arrivato il momento di rimettere insieme i tasselli del puzzle e iniziare a comporre il mosaico del processo BIM.
Riprendiamo le conoscenze tecniche acquisite e le mettiamo in ordine, collocandole all’interno di un flusso logico del quale esistono caselle già colmate con i software e altre, dalle quali dipendono le prime, che dovremo colmare nei successivi tre mesi.
Dopo aver affrontato la prima sfera del BIM, quella degli strumenti, è arrivata l’ora di iniziare ad affrontare la seconda, quella delle normative. Non è facile, perché le stesse si intersecano sia con i software, sia con i processi.
Per questo iniziamo ad approcciarle con spiegazioni semplici ed efficaci. Parliamo di UNI 11337, di ISO 19650 e, come sempre, delle PAS, le linee guida dalle quali è nato tutto.
Le vediamo insieme, le illustriamo, le commentiamo, capiamo come e dove si innestano nel processo.
Iniziamo a capire che nel BIM non si lavora a caso ma secondo linee guida che non sono un obbligo ma un’occasione.
L’occasione di portare al massimo l’efficienza produttiva di un progetto.

Iniziamo dalla cosa più importante, ovvero partire con la fine in mente. Nel BIM si tratta di ragionare sugli Usi del modello e gli standard di nomenclatura, capiamo come rispettarli e farli rispettare. Iniziamo a comprendere che il CDE ci darà una mano, iniziamo a parlarne, a capire che non è fatto solo di cartelle ma anche di processi, e che questi si basano proprio sulle norme.

Sotto la guida di Valentina Betti con l’avvento delle normative nel MasterKeen anche i più smanettoni hanno capito che il BIM non è reso vincente dalla partenza in quarta, dalla modellazione forsennata con Revit o con la capacità di automazione di Dynamo, ma dall’organizzazione, dalla pianificazione, dalla strategia.

E come in tutte le strategie si parte dalla fine, dal risultato da ottenere. Dagli Usi del modello, ovvero dagli utilizzi che il cliente deve fare del progetto BIM.
Diventa necessario fermarsi a riflettere, pianificare, prevedere.
Con l’approccio ai processi normati ritornano in zona di comfort i più riflessivi, e vi escono i più attivisti, quelli che partono senza pianificare il lavoro perché sono bravi a far tornare i conti.
Ma i conti vanno fatti all’inizio, per evitare di doverli rifare, altrimenti è uno spreco.

È il mantra del BIM. E molti si devono scardinare per iniziare ad assorbirlo, a farlo proprio.

Un buon modo per farlo è capire i contenuti delle norme che ci sono alla base.
E, soprattutto, capire che studiarle per tradurle in pratica significa iniziare a valutarne gli impatti sui modelli, provando e riprovando l’applicazione delle soluzioni scelte.
Perché da ora in poi non ci sarà un solo modo di fare le cose.
Abbiamo usato Dynamo come scusa per abituarci a questo modus operandi, per arrivare al momento del BIM già pronti a questo approccio.
Ma da questa settimana le strategie e le prove di applicabilità, di rispondenza alle normative, saranno all’ordine del giorno.
Perché il BIM non si fa a pappagallo. Si trova sempre il modo migliore di farlo in mezzo a tanti possibili approcci.
È la base di un processo.
Ma ogni processo si basa anche sulle normative che tramite gli strumenti software devono essere ottemperate tenendo conto degli Usi del modello.
Dopo aver affrontato le basi, ci siamo addentrati nel pieno del BIM accelerando le competenze pratiche del management del processo affrontando le normative UNI 11337 e ISO 16950 dal punto di vista di chi deve attenersi alle stesse per la stesura del progetto, nonchè della sua organizzazione: BIM Coordinator, BIM Manager e CDE Manager (gestiore dell’ACDat). 
Abbiamo imparato a rapportarci con i requisiti informativi, con gli standard BIM di nomenclatura e modellazione, con le classificazioni, con il concetto e l’evoluzione dei LOD e la loro evoluzione in LOIN, con il magico mondo del CDE che permette di tenere tutti questi aspetti sotto controllo.
Ci siamo mossi nella direzione della componente documentale, nella quale confluirà tutto ciò che abbiamo appreso fino a questo momento: il Capitolato Informativo (EIR), l’Offerta di gestione informativa (BEP Pre-contract) e il Piano di gestione informativa (BEP post contract).
Lo faremo quando avremo completato il processo BIM affrontando gli Usi del modello più richiesti, dal Design Authoring al Record Keeping, dalla Clash detection al Quantity takeoff.

Ma questa è un’altra sfida, che affronteremo in un contest di un’intera settimana. L’Iron Keen.