Pit stop. In gita.

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La seconda settimana inizia con un Pit stop ai box, nel vero senso del termine.

O con un sopralluogo.
O con una gita.
Dipende dai punti di vista.

Un’uscita necessaria a rilevare gli edifici, a fare un sopralluogo di controllo, verifiche di controllo, prendere appunti, fare disegni, schemi, schizzi, divisi in due squadre – una per edificio, sono entrambi enormi – per ottimizzare i tempi.

Un aiuto fondamentale

Nel mese della tesi il Team MKXIII, oltre agli studenti e agli istruttori, ha acquisito un altro membro, importantissimo e fondamentale: Leonardo Massafra di Cattura la realtà, che con energia e stoicità – sotto un sole cocente e temperature da deserto sahariano – ha rilevato gli interi edifici della pitlane con laserscan e droni in un solo giorno, quello della gita all’Autodromo per il sopralluogo.
Non sappiamo ancora come abbia fatto a fare tutto in un giorno solo, arrivando la mattina e ripartendo la sera, rilevando 150.000 Metri cubi, facendolo in condizioni proibitive, con il sole a picco, col sorriso, rispondendo “tutto bene” ogni volta che gli si chiedeva come andava. Ma soprattutto ci chiediamo ancora come abbia fatto a farlo bevendo una sola bottiglietta d’acqua…
La risposta in realtà è semplice . Leonardo lo fa di mestiere, da sempre, ed è insieme a sua sorella Sara e la collega Ilenia – anche loro parte del MK – colonna portante dello studio che si è occupato negli anni di rilievi e restituzioni di grande importanza, tra i quali il Colosseo di Roma.
È diventato quindi – suo malgrado – un membro ufficiale del Team con modalità honoris causa, perché fondamentali sono stati il suo aiuto e la sua grandissima professionalità, nell’aiutarci a ottenere nuvole di punti sulle quali poter lavorare in tempo zero.

Giornata special

Una giornata calda, caldissima, che seppur organizzata come pit stop tecnico ha tutto il sapore di una gita o, per chi di noi è appassionato di Formula uno, di un regalo.
L’occasione di avere per un giorno intero l’intero autodromo, i box, la pista, la pitlane, l’arrivo e il podio tutti per noi.
Non c’è nessun altro, a parte una squadra di Formula 1 in un box, a preparare la macchina in vista di Settembre.
Eravamo li per motivi professionali, certo, ma chiunque segua la Formula 1 non può che capire cosa significhi poter essere in un posto del genere. Si comprende che la frenesia, la vita e la festa di un singolo weekend all’anno rimangono impregnate in ogni angolo, in ogni centimetro di qualunque cosa ti stia attorno. Stando in pista ti sembra di sentire il frastuono del pubblico sugli spalti, camminando lungo i box vedi i segni delle gomme lasciate dalle partenze fulminee dopo i cambi gomme, affacciandoti dagli spalti ci si sente circondati dagli ospiti vip, sul podio quasi si può vedere la piena di tifosi riversati sulla pista per la festa finale.

Poi a un certo punto un motore da Formula 1 viene acceso nei box e il suono ti entra dentro fin nel profondo. Lo spengono, era solo una prova.

Ma tanto basta per farti sentire l’aria di un Gran premio, di un grande evento, e farti venire voglia di dare il massimo e realizzare, nel tuo piccolo, la tua personale impresa eccezionale, la realizzazione di tutto questo secondo il processo BIM nel tempo che abbiamo a disposizione.

Sarà una gara di tenuta, di velocità, di prestazioni. Contro il tempo e contro la tecnologia, che diventa sempre avversa quando il primo è limitato.
Alla fine è arrivata l’ora di rientrare, perché dobbiamo rimetterci al lavoro.

È stato un momento unico, che ci siamo concessi perché, quando si sviluppa un modello BIM serio, è importante verificare sul posto i dubbi che ci sono venuti la prima settimana e dare risposta a molte domande emerse.
È importante ricordarsi che siamo in un contesto professionale, che siamo chiamati a un obiettivo impegnativo – la consegna di un modello BIM che possa essere la base di ogni futuro elemento di progettazione dell’Autodromo – e che siamo specialisti in missione.
Ma è dura non lasciar superare la ragione dall’emozione di essere in un posto che è stato, ed è tutt’oggi, teatro di sfide epiche seguite da tutto il mondo.
Molto dura.

E soprattutto, dopo una giornata così è difficile trovare le energie di mettersi subito al lavoro.
Un po’ di meritato riposo del guerriero al rientro in sede, poi sotto con il resto della seconda settimana di lavoro.