Un giorno da mentori

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Nel MasterKeen le sfide e le esperienze che queste ultime portano con sé non finiscono mai.
Questa volta abbiamo dovuto rapportarci con la necessità di lavorare in un ambiente veramente collaborativo, perché nel mondo del BIM non è possibile esimersi dal farlo.
Collaborazione efficiente significa comunicazione efficiente.
Comunicazione efficiente significa trasmissione efficace di informazioni e competenze.
E, come abbiamo visto più volte fino a ora, il metodo Volcano amplia gli orizzonti, trasformando anche un software in uno strumento non solo esecutivo del lavoro, ma anche pedagogico per le soft skills.

Dovevamo imparare a trasmettere.
Un po’ come quando i genitori ci buttavano in piscina per imparare a nuotare, in Volcano ci siamo calati per due giorni nel ruolo dell’istruttore.

“Benvenuti dall’altra parte della barricata”, ci hanno detto. “Domani i mentori dei vostri compagni sarete voi. Navisworks sarà lo strumento, la scusa per innescare la competenza”.

Quattro team.
Quattro argomenti assegnati da sviscerare, capire, argomentare.
Una lezione da preparare per ogni gruppo, con presentazione, slide e dataset da creare.
Tre quarti d’ora a turno per spiegare, per trasmettere competenze e capacità di fare. E tutti si alternano durante la lezione per spiegare la loro parte al resto della classe.

Un briefing sulla creazione di presentazioni efficaci e via col lavoro.
Un giorno e mezzo per prepararle. Analizzare il software, le funzionalità, i pregi e le criticità dei flussi operativi. Creare i file sui quali costruire una piccola esercitazione che tutti possano effettuare. Preparare le slide, le argomentazioni, l’esposizione. Un mondo intero di cose da fare, per il pomeriggio successivo.
C’è stato un modo solo per farcela: suddividere il lavoro tra tutti i membri del team.
Tutti collaborano al risultato finale.
Una sfida intensa, potente, ma con un altissimo tasso di crescita. L’occasione di imparare qualcosa di nuovo su Navisworks, certo. Ma è il minore dei vantaggi.
Il maggiore è la sensazione, piacevole, bellissima, a tratti entusiasmante, di aver fatto qualcosa di utile per i colleghi, di averli aiutati a capire. E per aiutarli a capire abbiamo scoperto che noi stessi impariamo addirittura meglio, più velocemente, più in profondità.
Tenere la lezione, aiutare i nostri compagni banco per banco, è stata una giostra di vantaggi, una pioggia di emozione, perché non è facile mettersi dall’altra parte, dal lato degli istruttori, per fare da mentore ai propri colleghi. Ci vuole preparazione, anche coraggio. È necessario vincere la propria timidezza, trasformarlea in sicurezzaMa questa è la strada che porta a essere professionisti.

Un conto è fare il lavoro, un altro è permettere agli altri di migliorarlo.
E poi, se devo dirla tutta, ho scoperto un lato di me che non conoscevo. Mi è piaciuto insegnare, trasmettere.
Che possa diventare un lavoro?
Forse è per questo che gli istruttori hanno scelto di rientrare in Volcano per insegnare?
Non pensavo che essere utile agli altri per trovare una strada lavorativa potesse essere così appagante.
Ho dovuto anche scardinarmi, perché parlare di fronte a così tante persone non pensavo fosse il mio forte.

E invece mi sono trovato a farlo. Mettermi in gioco non è stato poi così male. Anzi.
È stata una sfida di gruppo, non sono stato da solo, abbiamo lavorato in team, abbiamo saputo trovare il modo di operare come una squadra.
Ma, ora che rileggo, possibile che una singola attività di due giorni abbia provocato così tante cose?Possibile che sia questa la magia Keen di cui ci hanno parlato il primo giorno?

In ogni caso, sedersi dall’altra parte e spiegare un flusso di lavoro ha richiesto davvero tanto impegno, ma ciò che ho imparato io a fare in proporzione è almeno dieci volte tanto.
Sicuramente è un’esperienza da portare con me. Ma ancheda ripetere.

E – ci hanno detto – ci saranno molte altre occasioni nel MasterKeen, da qui in poi, di metterci in gioco con questo livello di impegno, perché ogni volta ne possiamo uscire cresciuti in modo esponenziale.