Week 1 – Partenza in pole

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Il tempo di riprendersi dal lancio della Tesi MKXIII ed è già ora di affrontare le prime fasi organizzative.
Il Team MKXIII opererà in totale autonomia, coadiuvati da Simone Pozzoli, Paolo Zecchini e Davide Siani – rispettivamente BIM Manager e BIM Coordinator ufficiali di Volcano High – e di Paolo Zecchini , secondo i principi del Team Liquido, che ci hanno spiegato che sono stati sviluppati all’interno della scuola fin dalla prima edizione per permettere a team numerosi di lavorare in pieno regime collaborativo e condiviso secondo i processi BIM.
Questo significa, tra le varie cose, che oltre a operare tutti come BIM Specialist il ruolo del BIM Coordinator verrà destrutturato su alcuni di noi, che diventeranno di volta in volta i referenti di alcuni processi, dal controllo degli standard alla gestione delle Famiglie, dall’impostazione e gestione del CDE alla creazione di template e URS per il modello federato, dalla creazione del CI fino al coordinamento dell’impaginazione, che da sola porterà via quasi il 30% del tempo. Ma noi dovremo fare di meglio e affinare i processi in modo che ognuno possa dare il massimo.
La prima settimana della tesi quindi non è una fase di modellazione forsennata (arriverà anche quella), ma di organizzazione. Dobbiamo scegliere i referenti, candidarci, votare per alzata di mano. Il team poi deciderà gli standard da adottare, le strategie da attuare, l’organizzazione da utilizzare. Tutto sotto l’occhio attento dello staff Volcano, pronto ad aiutare a effettuare le scelte migliori anche se non perfette, perché la tesi è comunque un momento di apprendimento in ambiente protetto, anche se con il progetto che dobbiamo affrontare dovremo comunque dare il massimo.

Dopo aver scelto i referenti è ora di mettersi tutto al lavoro. La prima cosa da fare è raccogliere le esigenze del committente – gli Usi del modello – analizzare il materiale fornito, verificare le aderenze e le incongruenze, capire cosa può essere sviluppato immediatamente e cosa invece richiede verifiche sul campo, perché settimana prossima ci sarà LA gita, quella che servirà per rilevare gli elementi che riveleranno criticità, ma che sarà anche l’occasione per accedere al Tempio come nessun altro può fare. Non come visitatori, ma come professionisti che eseguono un sopralluogo e che, naturalmente, non si faranno prendere dall’entusiasmo e non si metteranno a fare tutto quello che farebbe un turista in visita a una location d’eccezione.
C’è da capire quali e quante Famiglie ci sono da sviluppare, quali parametri utilizzare in base agli Usi, mappare i processi di approvazione. C’è da comprendere in pratica come e per cosa si suderanno sette camicie nelle prossime settimane.

C’è da organizzare il lavoro, pianificare, mappare i processi, pensare a tutto il possibile perché, una volta iniziato lo sviluppo del modello, il lavoro prosegua e non si fermi. È difficile, molto difficile, ma un buon lavoro di programmazione ci permetterà di portare a casa il risultato. Pensare prima di agire. Tanto, ma non troppo. Il giusto. Perché quando si inizia ad agire lo si deve fare a colpo sicuro se si vuole arrivare alla consegna.
Il BIM vuole anche questo, e per chi ancora non se ne è fatto una ragione, la tesi diventa l’occasione doro per cementificare questo metodo d’azione.
Nel frattempo abbiamo iniziato a creare la strategia di federazione dei modelli, l’URS, i file disciplinari. Abbiamo georeferenziato con le informazioni disponibili e basandosi sui capisaldi catastali, pronti a verificarne direttamente sul campo la correttezza. Abbiamo creato tutto ciò che servirà a sviluppare il modello e, già il Giovedì, eravamo pronti a iniziare a creare parte dei modelli.

Insomma, tutto quello che serve per lavorare su una griglia di partenza che ci permetta di partire dalla pole e fare il primo scatto in avanti al massimo dei giri. Una settimana frenetica, l’antipasto di quello che ci aspetta nel prossimo mese.

E per non farci mancare niente alla fine della prima settimana ci siamo goduti anche l’unico atto di pietà del cielo di questi ultimi mesi, in un periodo in cui il caldo sembra aver scambiato l’Italia per il Sahara.

In condizioni normali un temporale non sarebbe nemmeno un qualcosa da fotografare, ma la sensazione è che per l’estate che ci aspetta possa essere una cartolina ricordo….