Entr’acte: MKXIII Trigger Center

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Con la prima sfida sulle Famiglie entra in gioco il Trigger Center, che ci aiuterà a tenere monitorate le competenze che acquisiremo, ad avere un’idea precisa – strada facendo – delle nostre migliori potenzialità e delle aree di miglioramento.
Per ora è presto, i risultati sembrano ancora minimi nonostante gli sforzi, come quando si inizia da zero a fare sport.
Ma non è così.
Inizia sempre così: con una di quelle conquiste che, seppur ci sembri piccola rispetto all’insieme, in realtà ci da la prima, grande, soddisfazione: un conto è ottenere una Famiglia funzionale seguendo l’istruttore che ci guida verso il risultato, un altro è raggiungere un obiettivo con le proprie forze.

Perfettibile, si. Ma è ottimo così.
Per essere partiti da zero da pochi giorni è già una grande conquista. E quando i giochi si faranno interessanti sarà importante ricordarsi dell’impegno che abbiamo dovuto impiegare per ottenere una singola Famiglia fatta bene. Perché nel giro di sei mesi dovremo prepararci a crearne centinaia nel progetto di Tesi. Ma questa è un’altra storia.

Nel frattempo Il Trigger Center ci aiuterà a ricordarci il valore dell’impegno, della fatica che si fa quando approcci per la prima volta un software, la sua mentalità, le sue funzionalità che – in questo momento – ci sembrano una difficoltà elevata, ma con le quale sarà solo questione di prendere confidenza facendo.
Facendo sempre di più. Un di più che il Trigger Center non mancherà di raccontarci quando il tasso di crescita inizierà a volare e le punte della stella cresceranno dal nucleo originale del grafico, quando le competenze inizieranno ad andare a regime, e la loro conquista diverrà sempre più veloce.
Per ora mi sembra l’equivalente della perdita di pochi etti dopo il primo sforzo quando si inizia uno sport, o del miglioramento di pochi secondi sulla distanza. Mi sembra di non aver fatto abbastanza, potevo fare di meglio.

Ma…
Ma sono io. L’utente Ghost quello che in questo giro della pista ha ottenuto il miglior risultato.
Com’è possibile? Eppure non mi sento quello più bravo. Non posso esserlo, non mi ricordo a memoria tutto quello che ci hanno spiegato, non ho avuto tempo di studiare perché siamo qui tutto il giorno.

Chiedo agli istruttori. Mi dicono che evidentemente ho capito inconsciamente che l’importante non è ricordarsi tutto, ma trovare il modo di fare ciò che c’è da fare con quello che ho a disposizione, memoria – e ciò che vi è rimasto delle lezioni – compresa.
Perché, dicono qui in Volcano, la capacità più importante non è sapere tutto a menadito, ma essere in grado di imparare a “trovare il modo”. Come se per i compiti in classe non ci fosse da studiare, ma da presentarsi alla prova pronti a chiedere al computer, al pubblico a casa, al caso del 50-50 perché ogni metodo è lecito per trovare la propria miglior soluzione. È questo che ci si trova a fare al lavoro.

Non serve studiare le cose a memoria, ma capirle. Perché ogni giorno c’è un problema diverso da affrontare, o gli stessi problemi che cambiano.
In effetti il computer lo ho a disposizione, il software anche. Sono davanti al naso, il posto più semplice dove cercare quando non ricordo qualcosa, e se non lo trovo lì ho tantissimi compagni a cui chiedere.
In effetti è quello che ho fatto.
Che sia questo che mi ha permesso di essere io, per questo primo giro, l’utente Ghost da inseguire?
Pensavo, anzi, pensavamo (io e i miei compagni) di essere indietro. E invece mi trovo avanti. Ci troviamo avanti. Più di quanto lo siano già stati alcuni di quelli che già smanettavano con Revit quando siamo arrivati qui.

Meno male che c’è il Trigger Center per farcelo notare.

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